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mercoledì 9 aprile 2014
Girelle: uno sfizio per grandi e piccini
Mi capita di notare che durante le festività gli adulti sono spesso indaffarati nella preparazione di elaborati piatti.
La Pasqua si sta avvicinando e inizio a sentire nell'aria i profumi dei nostri piatti pasquali, dalle mie parti sento odor di pastiera, casatiello e torte rustiche. I piatti della nostra tradizione sono di solito molto speziati e dai sapori forti che poco si sposano con i gusti dei bambini.
Le mamme spesso sono costrette ad elaborare menù alternativi per soddisfare i loro bambini e questo potrebbe essere doppiamente stancante.
Per rendere meno faticoso il compito alle mamme e rendere felici i bambini propongo queste sfiziose girelle, che vedrete andranno giù una dopo l'altra, per la gioia di grandi e piccini.
Girelle rustiche:
500 g. di farina 0
250 ml di latte tiepido
1 cucchiaino di zucchero
12 g. di sale
20 g. di burro
un cubetto di lievito di birra
1 uovo per spennellare
Ripieno:
speck o prosciutto cotto q. b.
scamorza q.b.
Disponete, sulla spianatoia, la farina a fontana, al centro inserite metà latte tiepido in cui avrete sciolto il cubetto di lievito, lo zucchero, il burro morbido, in un'angolo della fontana il sale.
lunedì 10 febbraio 2014
Eccellenze Campane: come attraverso il cibo "sentirsi parte" di...
Appena entrata mi sono immediatamente sentita catapultata in un luogo che è qualcosa di più di un semplice insieme di punti ristoro in cui gustare ottimo cibo. Nella zona del porto di Napoli, via Brin 69, è sorto un laboratorio del buon gusto che racchiude i sapori, la tradizione e la cultura della Campania.
Entrare in "Eccellenze campane" è stato per me come arrivare nel "Paese dei Balocchi". Curiosa ed impaziente non sapevo da che parte iniziare, da che banco parto? Ho iniziato scrutando i vari punti, ripassando anche più volte, per non lasciarmi sfuggire nulla. Non c'è un ordine, si inizia da ciò che si preferisce, il banco pizza è stato affidato a Domenico Vuolo, la friggitoria è di Antonio Tubelli, un fritto saporito e per niente unto.
Il banco formaggi è gestito da Roberto Battaglia mentre l' arte della pasticceria e del cioccolato sono stati affidati rispettivamente a Pasquale Marigliano e Gay Odin.
Gli antichi piatti della tradizione ("minestra ammaritata" compresa) sono preparati dalla Masseria dei Trianelli di Luciano Di Meo.
Come non lasciarsi "stregare" dai profumi del panificio (pizza di scarole ottima), dei salumi, della carne, direttamente dalla "Chianca" alla brace e dei magnifici "Panuozzi" (salsiccia, fior di latte e broccoli uno dei migliori).
Infine in questo "Paese dei Balocchi" è possibile degustare ma anche acquistare numerosi prodotti campani, dal vino sia sfuso che imbottigliato (tra le migliori etichette della Campania) a tante altre bibite, sempre "made" in Campania, come la Noce e Cola e la birra Maneba.
Per ulteriori informazioni ecco il sito: www.eccellenzecampane.it
Ingresso Eccellenze Campane Via Brin, 69 |
Entrare in "Eccellenze campane" è stato per me come arrivare nel "Paese dei Balocchi". Curiosa ed impaziente non sapevo da che parte iniziare, da che banco parto? Ho iniziato scrutando i vari punti, ripassando anche più volte, per non lasciarmi sfuggire nulla. Non c'è un ordine, si inizia da ciò che si preferisce, il banco pizza è stato affidato a Domenico Vuolo, la friggitoria è di Antonio Tubelli, un fritto saporito e per niente unto.
Il banco formaggi è gestito da Roberto Battaglia mentre l' arte della pasticceria e del cioccolato sono stati affidati rispettivamente a Pasquale Marigliano e Gay Odin.
Gli antichi piatti della tradizione ("minestra ammaritata" compresa) sono preparati dalla Masseria dei Trianelli di Luciano Di Meo.
Panificio |
Come non lasciarsi "stregare" dai profumi del panificio (pizza di scarole ottima), dei salumi, della carne, direttamente dalla "Chianca" alla brace e dei magnifici "Panuozzi" (salsiccia, fior di latte e broccoli uno dei migliori).
Infine in questo "Paese dei Balocchi" è possibile degustare ma anche acquistare numerosi prodotti campani, dal vino sia sfuso che imbottigliato (tra le migliori etichette della Campania) a tante altre bibite, sempre "made" in Campania, come la Noce e Cola e la birra Maneba.
Noce e Cola |
Pomodorini del Piennolo |
Uno degli aspetti più accattivanti per me è stato poter ammirare la preparazione dei prodotti, grazie alla visibilità delle cucine e dei laboratori.
Convivio (dal lat. convivium der. di cum - vivere "vivere insieme"). Mangiare insieme in un luogo come "Eccellenze Campane" che sia una pizza o un panuozzo, una frittura o un tarallo napoletano, una sfogliatella o un babà, avvicina le persone, le rende parte di una stessa comunità, membri di una stessa cultura e tradizione.
Trovo molto interessante anche la scelta di inserire all'interno della struttura un'Aula Magna in cui dare spazio alla didattica e alla formazione sui tanti "aspetti" del cibo.
Il cibo come un atto comunicativo che ci mette in contatto con l'altro attraverso quel suo linguaggio ricco di creatività, passione, ambiente, cultura, storia, identità...
Per ulteriori informazioni ecco il sito: www.eccellenzecampane.it
domenica 15 dicembre 2013
Chicche di farro con verza, salsa al parmigiano e pancetta croccante
" Nella persona vi è una forza
Più l'individuo è capito e accettato profondamente,
più tende a lasciar cadere la false "facciate"
con cui ha affrontato la vita e più si muove
in una direzione positiva, di miglioramento."
Carl Rogers
Forse vi starete chiedendo come mai ho accostato questa citazione a questo piatto.
In questo periodo ho particolarmente bisogno di prendermi cura della mia "forza" e ricordarmi di quanto sia importante credere che si può sempre migliorare.
Mi sono messa ai fornelli ed ho miscelato ingredienti che gradisco molto, così da creare un piatto che dopo averlo mangiato mi ha messo tanta carica, non solo perché è abbastanza calorico, ma perché ha soddisfatto molto il mio palato.
Un caldo ed avvolgente piatto, che bontà!
Lo condivido, così spero possa "ricaricare" anche voi.
Chicche di farro con verza, salsa al parmigiano e pancetta croccante:
500 g. di chicche di farro
400 g. di verza
100 g. di parmigiano reggiano
1 bicchiere di latte
mezzo cucchiaino di fecola di patate
100 g. di pancetta affumicata
sale, pepe, olio evo
Lessate la verza e dopo averla ben scolata, strizzata e tagliata finemente insaporitela in padella con olio, un po' di sale e pepe.
Intanto mettete a scaldare il latte in un pentolino, poi aggiungete il parmigiano grattugiato e la fecola, mescolate e lasciate che si addensi.
Cuocete le chicche, insaporitele con la verza, mettetele nel piatto con sopra la salsa di formaggio e la pancetta croccante precedentemente tostata in padella.
In questo periodo ho particolarmente bisogno di prendermi cura della mia "forza" e ricordarmi di quanto sia importante credere che si può sempre migliorare.
Mi sono messa ai fornelli ed ho miscelato ingredienti che gradisco molto, così da creare un piatto che dopo averlo mangiato mi ha messo tanta carica, non solo perché è abbastanza calorico, ma perché ha soddisfatto molto il mio palato.
Un caldo ed avvolgente piatto, che bontà!
Lo condivido, così spero possa "ricaricare" anche voi.
Chicche di farro con verza, salsa al parmigiano e pancetta croccante:
500 g. di chicche di farro
400 g. di verza
100 g. di parmigiano reggiano
1 bicchiere di latte
mezzo cucchiaino di fecola di patate
100 g. di pancetta affumicata
sale, pepe, olio evo
Lessate la verza e dopo averla ben scolata, strizzata e tagliata finemente insaporitela in padella con olio, un po' di sale e pepe.
Intanto mettete a scaldare il latte in un pentolino, poi aggiungete il parmigiano grattugiato e la fecola, mescolate e lasciate che si addensi.
Cuocete le chicche, insaporitele con la verza, mettetele nel piatto con sopra la salsa di formaggio e la pancetta croccante precedentemente tostata in padella.
venerdì 6 dicembre 2013
Cibo, tradizione, cultura, passione, benessere: i templari del gusto!
![]() |
Logo "I Templari del gusto" |
Brian Liotti è l' ideatore di un portale-progetto, così mi piace definirlo, che mira alla valorizzazione dei prodotti tipici italiani e alla diffusione di una concezione della cucina che tenga conto della tradizione e cultura di un popolo.
![]() |
Conferenza stampa |
martedì 5 novembre 2013
La tavola delle emozioni al Cake Fest Italia: l'intervista
Come già anticipato nel post I miei 5 sensi "super-soddisfatti" al Cake Fest Italia durante il festival del dolce d'autore, ho avuto modo di conoscere l'organizzatrice di questa manifestazione, nonché l'ideatrice del portale Cake Design Italia, Simona Tomei.
Simona è rimasta particolarmente colpita dal progetto "La tavola delle emozioni" e mi ha proposto di farci quattro chiacchiere dinanzi ad una telecamera.
Al minuto 44:30, sul portale segnalato in basso, potete ascoltare la nostra "chiacchierata", in particolare ci siamo focalizzate sul cibo inteso come simbolo d'affetto, condivisione, rispetto per l'altro.
Ogni piatto come qualcosa di più della somma dei singoli ingredienti.
"La tavola delle emozioni" è un concetto metaforico che pone l'attenzione non solo sul cibo ma anche sull'individuo come "produttore" e "consumatore", con un suo bagaglio culturale, esperienziale e sociale.
La tavola non è solo imbandita con ricchi piatti, ma accoglie anche tante persone, ognuna con la sua unicità ed individualità, che interagiscono tra di loro.
Inoltre chiacchierando con Simona è emersa l'idea che la tecnica del Cake Design potrebbe essere, per i bambini, un'ottima alternativa all'utilizzo di altri prodotti, come per esempio la plastilina.
Lavorare insieme a mamma e papà è per il bambino una grande opportunità di crescita sia dal punto di vista cognitivo che emotivo.
Mi piace immaginare il bambino che insieme a mamma e papà lavora la pasta di zucchero e tra sorrisi e carezze, emozioni e creatività fa un 'esperienza molto coinvolgente di condivisione e cooperazione.
Per ascoltare l'intervista basta andare sul sito www.weddingandcaketv.biz e cliccare sulla sezione "interviste" (minuto 44:30).
Buon ascolto!
mercoledì 11 settembre 2013
La gioia di donare...
Sotto l'ombrellone, sfogliando la rivista Science, in un calda giornata estiva, mi sono
imbattuta nell'articolo "Il prezzo della felicità".
Incuriosita
e a dire la verità anche un po' perplessa, ho iniziato la lettura.
La parte che mi ha colpito di più è stata quella riguardante
alcuni esperimenti che dimostrano che donando agli altri ci si sente
più "felici".
Spesso
ho scritto della correlazione, secondo me molto alta, tra il donare e il sentirsi "felici".
In alcune ricerche condotte da tre ricercatori
americani, Elizabeth
Dunn ,
Lara
Aknin e Michael
Norton, si evince che la felicità procurata da un regalo
fatto ad altre persone è
maggiore rispetto a quella che può derivare dallo spendere soldi per
se stessi.
Gli
scienziati hanno creato casualmente due
sottogruppi:
uno obbligato a spendere una quota per se stessi e l’altro
costretto a spendere soldi per gli altri. A ciascuno dei membri del
gruppo sono stati dati rispettivamente 20 o 5 dollari da spendere
entro la fine della giornata. Prima e dopo l’esperimento è stato
chiesto di misurare i livelli di felicità per ogni scelta di
acquisto.
A fine giornata sono stati contattati tutti i partecipanti per sapere
come era andata: quelli che avevano speso il denaro per altre persone
hanno riferito di sentirsi significativamente più felici di chi
aveva comprato qualcosa per sé.
Inoltre questi ricercatori
esaminando dati provenienti dal sondaggio mondiale WIN-Gallup
International, hanno scoperto che gli individui che hanno versato
somme per scopi benefici risultano più felici sia nei paesi più
ricchi che in quelli meno ricchi.
La gioia che si prova donando
quindi potrebbe essere un tratto fondamentale della natura umana non dipendente dalla ricchezza posseduta?
Secondo
la Dunn, Lara Aknin e Michael Norton, se quest'ipotesi fosse vera,
allora aiutare gli altri dovrebbe rallegrare anche bambini molto
piccoli. Per verificarlo, si sono avvalsi della collaborazione della
psicologa comportamentale Kiley Hamlin. Hanno notato che la felicità
di bambini di 1-3 anni di ricevere dei biscottini è stata superata
solo dalla soddisfazione provata nel poter condividere questi
biscotti con un pupazzo.
Concludo
postando un video notato mesi fa su internet. Questo è il video
spagnolo utilizzato per la raccolta fondi contro la fame. L'idea da
cui nasce il video è vedere la condivisione proprio come parte
integrante dell'essere umano, i bambini condividono il panino senza
perdere il sorriso.
Si spera che il video sproni anche gli adulti, che ora hanno ancora più informazioni su cui riflettere: le ricerche dimostrano che
condividendo non solo si aiuta l'altro ma ci si sente anche più
"felici"...
Buona condivisione!
Argomenti
bambini,
cibo,
condivisione,
emozioni,
psicologia
venerdì 12 luglio 2013
Io, Tu, Noi e la crostata!
"Nonostante
alcuni partners continuino a comunicare “tra loro”, comunicano
sempre meno “su di loro”, sui loro vissuti in rapporto con
l’altro, sui loro stati d’animo, sui loro desideri."
Circa due mesi fa ho scritto il post " Io, Tu, Noi?".
La
comunicazione all'interno della coppia può essere facilitata in un ambiente
familiare. In casa uno degli ambienti più familiari e confortevoli è la cucina.
Percezioni
e sensi, parole e gesti, creatività, tempo da trascorrere insieme,
emozioni e sguardi si mescolano ogni volta che ci si approccia alla
preparazione di un piatto con il proprio partner. E poi...dopo la
preparazione, un momento in cui condividere la degustazione del piatto
preparato.
Crostata
di frutta con pasta frolla alle mandorle:
350
gr. farina 00
120
gr. farina di mandorle
120
gr. zucchero
100
gr. burro
2
uova
1/2
cucchiaino di cannella
1
pizzico di sale
scorza di un' arancia grattugiata
Su
un tavolo da cucina unite le farine e la cannella, al centro
mettete i fiocchetti di burro morbido, lo zucchero, la scorza d'arancia, un pizzico di sale, i tuorli e gli albumi a neve, impastate
velocemente, avvolgete nella pellicola e fate riposare in frigo per
almeno mezz'ora. Poi stendete la pasta su una teglia,
precedentemente rivestita con carta forno, bucherellate, rivestite di
altra carta forno e legumi secchi, infornate 180° per circa
20-30 minuti.
Crema
pasticcera:
500
ml di latte
4
tuorli
130
gr. zucchero
25
gr. amido di mais
25
gr. farina 00
scorza di un limone
1/2
baccello di vaniglia
Mettete
sul fuoco il latte con la scorza di limone, l'interno del baccello di
vaniglia, 70 gr. di zucchero.
In
una ciotola mescolate i tuorli, 60 gr. di zucchero, un pizzico di
sale, l'amido e la farina, poi aggiungete un mestolo di latte
tiepido, mescolate e unite al restante latte in pentola. Portate
ad ebollizione, sempre mescolando, fino a quando il composto non si
addensa.
Una
volta cotta trasferite subito la crema in un recipiente d'acciaio e
coprite, a contatto, con pellicola fino a quando non sarà raffreddata.
Togliete la crostata dalla teglia e guarnite con crema pasticcera e frutta fresca.
Per lucidare la crostata si può utilizzare sia la gelatina in polvere che 2 cucchiai di confettura di albicocche sciolta con un paio di cucchiai di acqua tiepida e qualche goccia di succo di limone.
Per la coppia è arrivato il momento di gustare il frutto della loro "complicità", i partners seduti insieme alla stessa tavola condividono il dolce e le loro emozioni.
sabato 6 luglio 2013
Una "frisella" con aringa dorata affumicata
Mi
piace pensare al cibo in termini di occasione che ho io di crearlo.
E' qualcosa che mi coinvolge, mi prende energie, che mi gratifica,
soprattutto quando il risultato è conforme o superiore alle mie
aspettative.
Ieri
a pranzo ho preparato una "semplice" ma gustosa "frisella"
con un ingrediente che mi ha coinvolto e incuriosito molto, l' aringa
dorata affumicata.
Prendete
una "frisella", bagnatela con un po' d'acqua (a me piace mantenerla
abbastanza croccante) poi conditela con pomodorini, olio, mais,
rucola e filetti di aringa affumicata.
Preparazione
filetti di aringa dorata affumicata:
Prendete
un'aringa dorata affumicata (io di solito compro quella sottovuoto)
tagliate la testa, sfilettatela e mettete i filetti ottenuti in un
contenitore al fresco ricoperti di latte, per almeno un'ora.
Poi
scolateli e asciugateli con carta assorbente per eliminare i residui
di latte.
Adagiate
i filetti in una ciotola con vino bianco e lasciateli in infusione
per circa mezz'ora, scolateli e tamponateli nuovamente con carta
assorbente.
Disponete
i filetti in un contenitore, aggiungete olio extra vergine, un po' di cipollotto e
conservate in frigo, anche per alcuni giorni.
sabato 27 aprile 2013
Oggi mi prendo cura di me: riso venere con ciuffetti di calamari e rucola
Ieri avevo mezza giornata libera ed ho deciso di dedicarla a me stessa, alle attività che mi piacciono e che mi fanno star bene.
Ho pensato che anche se ero sola a casa, non dovevo trascurare il mio pranzo, facendomi un panino con gli avanzi del frigo, ma mi andava proprio di cucinare per me qualcosa di buono, qualcosa che mi appagasse il palato e non solo.
E' bello cucinare per gli altri ma io amo anche cucinare per me.
Credo che ognuno di noi, debba dare ascolto alle proprie passioni, e metterle in pratica, che sia il cucinare o altro, l'importante è "amarci" e "prenderci cura di noi stessi " con attività che ci piacciono.
A pranzo ho aperto la dispensa, dato uno sguardo agli ingredienti e ho trovato un "riso" aromatico, profumato, ricco di antiossidanti, il "riso venere".
Allora mi sono detta di dare libero sfogo alla mia creatività.
Il pensiero creativo diventa per me benessere mentale e fisico perché mi libera dai pensieri negativi che mi limitano sia nel prestare attenzione al mio mondo interiore che alla realtà esterna. La creatività mi aiuta a liberare la mente dai condizionamenti e a vedere alternative a situazioni che potevano sembrare irrisolvibili, facendomi così ritrovare il benessere mentale ma anche fisico perché mi rilasso e la mia "cervicale" ringrazia :-).
Ecco la ricetta che mi sono "dedicata".
venerdì 29 marzo 2013
I miei auguri di Buona Pasqua!
La
Pasqua cristiana in cui si celebra la
"resurrezione" di Gesù, deriva
dalla Pasqua ebraica che ricorda l'esodo e la liberazione del popolo
israelita dall'Egitto. La
parola ebraica Pesach in italiano significa passaggio.
"Metaforicamente"
parlando spesso siamo alla ricerca della nostra "terra promessa"
intesa come luogo libero dai condizionamenti, dalla schiavitù delle
nostre paure e auspichiamo il "passaggio" o la
"resurrezione" da uno stato di malessere ad uno stato di
benessere più soddisfacente ed adatto a noi.
Questo è il mio augurio per voi.
Ma, sulla tavola di Pasqua c'è anche la condivisione di tanto buon cibo, quindi ho pensato di aggiungere ai miei auguri anche la ricetta di questi biscotti, che si preparano in Campania proprio durante le festività pasquali e sono tra i miei preferiti.
Biscotti glassati
Disponete a fontana sul tavolo da impasto 500 gr. di farina 00 con mezza bustina di lievito per dolci, aggiungete 100 gr. di zucchero, 100 gr. di burro morbido, 3 uova, 2 cucchiai di latte, un pizzico di sale, scorza grattugiata di un limone, qualche goccia di essenza di vaniglia.
Impastate bene tutti gli ingredienti in modo che si formi un composto omogeneo ed elastico.
Ricavate da questo impasto piccoli cilindri (come quelli degli gnocchi) e poi formate tanti nodini; foderate una teglia con carta forno e adagiatevi i biscotti.
Infornate per circa 20 minuti a 180°.
Intanto preparate la glassa utilizzando 300 gr. di zucchero a velo, 6 cucchiai di acqua e qualche goccia di succo di limone.
Ponete lo zucchero a velo in una ciotola, portate ad ebollizione l'acqua e aggiungetela allo zucchero un cucchiaio alla volta. Continuate a mescolare fino a sciogliere completamente lo zucchero ed eliminare eventuali grumi. Se la glassa dovesse risultare troppo liquida aggiungete altro zucchero a velo, viceversa, se dovesse risultare troppo solida aggiungete poche gocce d'acqua.
Quando i biscotti saranno cotti lasciarli raffreddare, poi metterli in una ciotola capiente con la glassa, girarli per unire la glassa ai biscotti ed infine adagiarli su una griglia ad asciugare.
Eccoli pronti.
Buon appetito e Buona Pasqua :-)
lunedì 11 marzo 2013
Tra ricordo e creatività: gnocchi al ragù di agnello con crema al pecorino
La piacevole esperienza della preparazione del polpettone, ha reso i bambini ancora più impazienti, non vedono l'ora di ritornare a condividere la preparazione di un piatto, eccoli accontentati!
Oggi faremo degli gnocchetti tipici "campani", fanno parte della tradizione di casa mia e mi sembra arrivato il momento di far conoscere ai bambini questo piatto.
La tavola è pronta per accogliere l'impasto, creiamo una fontana con 300 gr. di farina 00 e 100 gr. di farina di semola di grano duro, al centro iniziamo a versare acqua molto calda e salata, su bambini, impastiamo il panetto per gli gnocchetti.
"Cic ciac", il suono delle manine nell'impasto.
Ecco la pasta ha raggiunto un aspetto compatto, ora infariniamo il piano di lavoro e facciamo piccoli cilindri, ricordate la figura geometrica che avete studiato in geometria? Ecco ora da questi cilindri ricaviamo tanti pezzettini più o meno della stessa grandezza.
Questa volta vi faccio vedere un nuovo utilizzo della forchetta. Eh si, voi siete abituati ad utilizzare la forchetta come posata, ma con un po' di creatività possiamo trasformarla in un "arriccia gnocchi".
martedì 19 febbraio 2013
Un polpettone alla carne di bufala per grandi e piccini
Impazienti sono i bambini, la ciotola piena di carne tritata aspetta le loro manine.
Prendiamo una ciotola e mettiamo 400 gr. di carne di bufala, sapete bambini che questa carne è tipica della Campania, ricca di ferro e povera di grassi ma tanto gustosa e saporita.
Uniamo alla carne 200 gr. di mollica di pane raffermo precedentemente bagnata e ben strizzata, un uovo, 1 cucchiaio di olio extra vergine, 2 cucchiai di parmigiano, sale e noce moscata a piacere, e ora, manine all'opera, si impasta!
Forza forza schiacciate bene tra le dita l'impasto in modo da amalgamare bene tra loro tutti gli ingredienti.
Dopo aver fatto l'impasto, prendiamo un foglio di carta forno e facciamo un bel rettangolo di carne, bambini conoscete il rettangolo? Bravi è perfetto!
Su questo rettangolo di carne di bufala mettiamo fettine di formaggio dolce e pezzettini di speck avanzato, ricordate quello che abbiamo utilizzato ieri per farcire i nostri panini? bene, questo speck sarà ottimo nel polpettone e così riutilizziamo gli avanzi!
Ecco ora è arrivato il momento di arrotolare il polpettone, lo massaggiamo bene bene con le nostre manine imbevute di olio, poi lo adagiamo su una teglia, precedentemente oleata e mettiamo tutti gli aromi che stamattina abbiamo colto in giardino, salvia, rosmarino, timo.
Ecco il nostro polpettone è pronto, non ci resta che infornarlo a 180° per circa 30 - 40 minuti e poi bambini potremo gustarlo.
Un polpettone sano, gustoso, morbido, che rispetta la territorialità del nostro paese e divertentissimo da fare con i bambini!
Questa ricetta a me piace tanto perché riprende molti concetti di cui ho parlato nel post mani in pasta con mamma e papà.
Argomenti
alimentazione,
bambini,
benessere,
cibo,
secondi,
taccuino ricette
martedì 5 febbraio 2013
Un morso ad un biscotto e...
Gli
ingredienti ci sono tutti: il té dai mille aromi, i biscotti
fragranti, il tintinnio di tazze e teiera. Il salotto, con il suo
spazio "morbido", simbolo di ospitalità e socialità della
casa, è pronto ad accogliere le mie amiche. Questo invito a bere un
té ha per me il significato di condivisione di cibo, di pensieri,
emozioni, idee. Nutrire qualcuno ha un significato antico, sano ed
affettuoso, per esempio la prima forma di condivisione è quella che
si ha con la propria madre. L'attenzione per l'alimentazione dei
figli da parte delle donne inizia con la gravidanza, periodo in cui
dalla loro alimentazione dipende, di riflesso, quella del bambino
che nascerà. Successivamente si ha l'allattamento ed infine
l'insegnamento al bambino delle regole per una "corretta"
alimentazione. Il cucinare per gli altri credo sia un atto di
generosità i biscotti appositamente preparati secondo i gusti delle
mie amiche, possono essere visti come un dono. Come ogni dono
si tratta di qualcosa che viene offerto gratuitamente, senza l'attesa
di ricevere qualcosa in cambio, è un veicolo di amore, rispetto ed
attenzione.
Alla
luce di ciò ho pensato di " donarvi" e "condividere"
con voi la ricetta di alcuni dei biscotti che ho preparato.
martedì 20 novembre 2012
"Quel gigantesco barattolo di Nutella..."
Come
non ricordare Nanni Moretti che mangia la Nutella da un enorme
barattolo, quanti di noi hanno sognato di essere al suo posto?
In
questa famosa scena del film "Bianca" (1984) Moretti cerca
consolazione ad un momento stressante mangiando la Nutella, il
protagonista non riesce a riposare accanto alla donna di cui si è
innamorato, sembra che non riesca a tollerare un momento di intimità,
allora si alza e, nudo e disperato affronta il gigantesco barattolo
di Nutella.
E'
stata definita “fame nervosa” (eating emozionale) quella
particolare situazione in cui le persone tendono a fronteggiare le
emozioni con l’assunzione di cibo invece di riconoscerle come tali
e cercare una strategia alternativa per affrontare le sensazioni e le
situazioni stressanti. L’utilizzo del cibo, non come appagamento di
necessità fisiologiche, ma come mezzo per far fronte alle emozioni,
è un fenomeno che può interessare ogni individuo in qualsiasi
momento della sua vita.
Argomenti
alimentazione,
cibo,
emozioni,
psicologia,
psicoterapia
giovedì 8 novembre 2012
Fame di "carezze"...al mercato!
Negli
ultimi anni si sta facendo strada una nuova tendenza, causa la crisi
o la maggiore attenzione alle tematiche ambientali, le persone
stanno abbandonando la frenesia, gli incontri e gli scontri metallici
ed inumani dei carrelli dei supermercati per ritornare al mercato del
quartiere, ai farmer's market, ai gruppi di acquisto solidale.
Stiamo
assistendo oltre che ad un ritorno al contatto con la natura e con il
cibo più diretto anche al contatto fisico tra gli individui.
Al mercato rionale o ai farmer's market è più probabile incontrare una persona cara, amica, ma anche avere un contatto diretto, per esempio con il venditore o con il produttore e tutto ciò è una grande fonte di benessere per l'individuo.
Infatti
proprio stamattina, come spesso accade, sono andata al mercato vicino
casa ed ho incontrato un'amica che non vedevo da un pò: <<Ciao
come stai? ti trovo in ottima forma>> e lei sorridendo
risponde: << bene grazie, che piacere rivederti>>.
Ecco
io e la mia amica ci siamo scambiate quelle che in analisi
transazionale si chiamano carezze. Le carezze, in Analisi
Transazionale, sono tutti i riconoscimenti fisici e psicologici di
cui abbiamo bisogno per mantenere il nostro benessere. Noi abbiamo
bisogno di carezze e ci sentiamo deprivati se non le otteniamo.
Carezza
è qualsiasi gesto, parola, comportamento, che dimostra che gli altri
si accorgono di noi.
La
carezza è un accorgersi che esistiamo.
Per
questo esistono carezze verbali (ti voglio bene) e non verbali
(abbracci, baci), carezze positive (ti amo, tenersi per mano) e
negative (una critica, uno schiaffo) carezze condizionate, rivolte al fare (se mi
accompagni a casa, ti offro un caffè) o incondizionate, che si
ricevono per il semplice fatto di essere una persona.
Le
carezze negative fanno sentire non OK chi le riceve. Tuttavia, anche
se non piacevoli, sono pur sempre una forma di riconoscimento e si
preferiscono carezze negative piuttosto che nessuna carezza. Questo
spiega perché certe persone sembrano farsi del male intenzionalmente
nelle loro relazioni con altre persone, non perché amino "farsi
del male," ma perché non riescono ad avere un riconoscimento
positivo e preferiscono carezze negative dolorose piuttosto che stare
senza carezze.
sabato 3 novembre 2012
"Mai ridurre una passione ad un hobby..."
Il
titolo di questo post riprende una frase pronunciata da Simone/Davide
Veroli nel film la Finestra di fronte (2003). Adoro questo film di
Ferzan Ozpetek ed ogni volta che lo rivedo mi emoziona tanto. Mi
piace ammirare come Ozpetek sia riuscito a trasmettere, proprio
utilizzando la passione della protagonista per l'arte della
pasticceria, l'importanza di dar voce alle proprie passioni ed alle
proprie emozioni e come ciò poi aiuti la persona a diventare ciò
che realmente sente di essere e di conseguenza a stare meglio con sé e con gli altri.
La
protagonista del film è Giovanna, una giovane donna che conduce una
vita familiare piatta e monotona, con il marito Filippo e la figlia.
Inizialmente il cibo viene rappresentato in scatole asettiche e
stipate nella dispensa in modo ossessivo, privo di fantasia e
spontaneità. Il cibo, in casa di Giovanna e della sua famiglia, in un
primo momento rispecchia il suo stile di vita, piatto e senza
emozioni. Le cose cambiano quando Giovanna incontra un uomo
anziano, Simone/Davide Veroli, che le sconvolge la vita. La donna
inizia un viaggio interiore e la preparazione del cibo rappresenta un
atto d'affetto e di amore.
Giovanna diventa un' ottima pasticcera sia
grazie al suo talento innato per la pasticceria sia grazie alla
capacità di esprimere le sue emozioni nelle creazioni dei suoi
dolci. La trasformazione interiore di Giovanna si ha quando decide di
esprimere e vivere liberamente le sue passioni e le sue emozioni,
sentendosi più autentica con sé e con gli altri.
giovedì 1 novembre 2012
Io e "la tavola"...
Psicologa, psicoterapeuta, appassionata di cucina e tutto ciò che intorno ad essa ruota.
Come
un impasto, che racchiude tanti ingredienti mescolati insieme, per
dar vita ad un tutto che è qualcosa di più della somma dei singoli elementi...ho pensato di unire i miei studi umanistici con la mia passione per il cibo.
Ecco che arriva il blog, la tavola delle emozioni: il connubio tra il cibo, inteso come simbolo d'affetto, di cura, di convivialità, di condivisione (a tavola ci si scambia idee) di identità, tradizione e cultura e le emozioni che guidano le nostre scelte, ci accompagnano in tutti i momenti della nostra vita e ci rendono persone uniche ed autentiche.
Trovo molto suggestiva la metafora "la tavola delle emozioni" .
Mi piace pensare di essere seduti insieme, virtualmente, alla stessa tavola e condividere piatti pieni di emozioni, desideri, riflessioni, racconti...
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