Negli
ultimi anni si sta facendo strada una nuova tendenza, causa la crisi
o la maggiore attenzione alle tematiche ambientali, le persone
stanno abbandonando la frenesia, gli incontri e gli scontri metallici
ed inumani dei carrelli dei supermercati per ritornare al mercato del
quartiere, ai farmer's market, ai gruppi di acquisto solidale.
Stiamo
assistendo oltre che ad un ritorno al contatto con la natura e con il
cibo più diretto anche al contatto fisico tra gli individui.
Al mercato rionale o ai farmer's market è più probabile incontrare una persona cara, amica, ma anche avere un contatto diretto, per esempio con il venditore o con il produttore e tutto ciò è una grande fonte di benessere per l'individuo.
Infatti
proprio stamattina, come spesso accade, sono andata al mercato vicino
casa ed ho incontrato un'amica che non vedevo da un pò: <<Ciao
come stai? ti trovo in ottima forma>> e lei sorridendo
risponde: << bene grazie, che piacere rivederti>>.
Ecco
io e la mia amica ci siamo scambiate quelle che in analisi
transazionale si chiamano carezze. Le carezze, in Analisi
Transazionale, sono tutti i riconoscimenti fisici e psicologici di
cui abbiamo bisogno per mantenere il nostro benessere. Noi abbiamo
bisogno di carezze e ci sentiamo deprivati se non le otteniamo.
Carezza
è qualsiasi gesto, parola, comportamento, che dimostra che gli altri
si accorgono di noi.
La
carezza è un accorgersi che esistiamo.
Per
questo esistono carezze verbali (ti voglio bene) e non verbali
(abbracci, baci), carezze positive (ti amo, tenersi per mano) e
negative (una critica, uno schiaffo) carezze condizionate, rivolte al fare (se mi
accompagni a casa, ti offro un caffè) o incondizionate, che si
ricevono per il semplice fatto di essere una persona.
Le
carezze negative fanno sentire non OK chi le riceve. Tuttavia, anche
se non piacevoli, sono pur sempre una forma di riconoscimento e si
preferiscono carezze negative piuttosto che nessuna carezza. Questo
spiega perché certe persone sembrano farsi del male intenzionalmente
nelle loro relazioni con altre persone, non perché amino "farsi
del male," ma perché non riescono ad avere un riconoscimento
positivo e preferiscono carezze negative dolorose piuttosto che stare
senza carezze.
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