giovedì 9 maggio 2013

Io, Tu, Noi?

Un paio di mesi fa ho scritto un post sull'espressione delle emozioni "Come un tappeto volante...l'espressione delle emozioni" in cui mi sono soffermata sull'importanza che credo rivesta nella vita quotidiana esprimere le proprie emozioni. Ad un certo punto mi sono chiesta: " e nella vita di coppia?"
E' importante che la coppia arrivi ad esprimere i propri sentimenti? 
Quali benefici può portare, nella comunicazione interpersonale, esprimere le proprie emozioni al partner? 
Nonostante alcuni partners continuino a comunicare "tra loro", comunicano sempre meno "su di loro", sui loro vissuti in rapporto con l'altro, sui loro stati d'animo, sui loro desideri. La difficoltà nel comunicare accresce la solitudine e inibisce la capacità di creare quello spazio in cui ogni membro della coppia si sente un "tutto" non la metà di qualcosa e arrivi alla "dimensione noi", spesso ho sentito i miei pazienti dire: "mi sento sola anche se ho lui accanto".
Questo mi riporta subito alla mente una delle aspettative illusorie con cui ci approcciamo alla relazione di coppia: pensare che il partner debba "completarci" di ciò che siamo manchevoli, vedendo il "noi" come la somma di due metà che si mettono insieme. La conseguenza è che si stabiliscano relazioni di co-dipendenza che impediscono la piena espressione della persona. In questo modo consideriamo la persona che ci sta accanto responsabile della nostra felicità/infelicità. Difficile è quindi trovare l'equilibrio tra autonomia ed intimità, in un rapporto di interdipendenza che valorizzi l'unicità di ciascuno pur rimanendo aperti ad un' influenza reciproca. Altre volte può succedere che la comunicazione non sia efficace ed autentica. Si comunica ma non ottenendo gli effetti desiderati, forse perché si utilizzano parole che svalutano o colpevolizzano il partner, "Non capisci niente", "Tanto è inutile parlare con te", Non mi ascolti" o parole che tendono  a generalizzare, "Nessuno mi rispetta", "Sei sempre il solito", "Fai sempre gli stessi errori", portando così la coppia a creare rapporti di dominanza-sottomissione, vittima-carnefice, piuttosto che senso di uguaglianza, parità, rapporti "Io sono Ok -Tu sei Ok".
Lo stesso vale per la "lettura della mente", ossia aspettarsi che il partner interpreti i nostri bisogni e desideri come per magia.
Il modo in cui si comunica è importante; certe "comunicazioni" come abbiamo visto possono "raffreddare" la coppia, ma, se autentiche riescono a consolidare i legami, aiutano a conoscere meglio le nostre emozioni e quelle dell'altro. Una comunicazione autentica che si basa sul mettere fuori la propria realtà interiore e allo stesso tempo ascoltare la realtà dell'altro e mettersi nei suoi panni, può essere un valido aiuto per avere un rapporto di coppia "sano". Esistono alcuni stereotipi che non facilitano il mettersi nei panni dell'altro: "la donna si prende cura-l'uomo si disimpegna", "l'uomo svaluta- la donna drammatizza".
Cosa può essere utile?   
Forse mentre si discute soffermarci anche su come si sente lui/lei adesso? Come mi sento io? Come mi sentirei a parti invertite? 
Inoltre può essere utile, alla fine della comunicazione, chiedersi come ci si sente, perché questo può costituire un segnale. Se ci sentiamo appagati probabilmente siamo riusciti a comunicare all'altro i nostri pensieri, le nostre emozioni e l'altro è riuscito a fare altrettanto. Anche se il dialogo è stato estenuante e faticoso, ma quello che rimane è il benessere (nostro e dell'altro) significa che siamo andati nella direzione giusta per noi. La comunicazione e l'espressione delle emozioni sembrano avere nella coppia un ruolo fondamentale. Leggendo questo post probabilmente qualcuno di voi si sarà riconosciuto in uno o più esempi e ciò potrebbe essere oggetto di riflessione con se stessi e confronto con il partner.

Buona riflessione!
 

2 commenti:

  1. Questo post è stato molto interessante. A volte siamo talmente presi da ciò che vogliamo dire, dalle nostre sensazioni, pensieri e ottusità che ci dimentichiamo che anche il partner ne ha e soffermarci su di lui/lei è fondamentale per noi stessi. Magari un nostro disagio è provocato proprio da una nostra mancanza di ascolto. Mi sono piaciuti vari punti come quello in cui scrivi della solitudine o del "noi" come completamento, il modo in cui si colpevolizza il partner e le grandi aspettative che poniamo in lui/lei. Un articolo, come già scritto, davvero interessante e che meriterebbe una continuazione. Magari se ti va di venire nella stanza ne possiamo parlare anche lì.

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    1. Grazie mille Stefano, mi fa piacere che tu abbia trovato l'articolo interessante e sono disponibile per parlarne anche "Nella stanza con la Mosca"!

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Ciao, sono curiosa di sapere la tua opinione...