venerdì 5 aprile 2013

Un'esperienza fortemente traumatica...



Penso e ripenso ad un film - documentario visto alcune settimane fa e ho deciso di condividere le mie riflessioni.
"The summit", il documentario di Franco Fracassi e Massimo Lauria presentato al Festival del cinema di Berlino ripercorre i giorni di "follia" del G8 di Genova. "La più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale" parole di Amnesty International con cui si apre il documentario e che preannunciano tutta la "crudeltà" a cui ho assistito, senza parole e sentendomi triste, arrabbiata, impotente.
All'interno del documentario troviamo le testimonianze di persone che si trovavano lì in quei tragici momenti e sono stati sottoposti a tante atrocità, potremmo definirle torture. Amnesty International si batte da anni per l'introduzione in Italia del reato di tortura, ma per ora ancora tutto tace.
Ho ascoltato le testimonianze e letto vari articoli delle persone coinvolte e sono rimasta fortemente colpita dalle "ferite invisibili" a volte anche visibili, che questi essere umani hanno riportato non solo sul fisico, ma anche nella psiche, nelle emozioni, nella memoria .

Mi viene da pensare oltre ai partecipanti del G8 di Genova anche ai numerosi migranti che scappano dai loro paesi in seguito a persecuzioni razziali, politiche, religiose e che cercano protezione nel nostro paese. Marcello Vignar, uno psichiatra latino americano, vissuto in esilio in Francia a seguito della fuga dal suo paese per il regime dittatoriale al quale era sottoposto definisce la tortura: "ogni comportamento intenzionale, qualunque siano i metodi utilizzati, che ha il fine di distruggere il credo e le convinzioni della vittima per privarla della struttura di identità, che la definisce come persona".
In questa definizione viene messa in evidenza la compromissione della dimensione psicologica della vittima.
Ricordo la testimonianza di una donna nel documentario: " loro si divertivano ma a noi hanno fatto talmente tanto male che ancora oggi..." .

Nelle persone che hanno subito torture la sofferenza è sempre viva e ricorda continuamente che la loro vita non è più la stessa. La persona può sperimentare attacchi di panico, irritabilità, esplosioni di rabbia, isolamento, diffidenza, immagini, pensieri, relativi proprio alle memorie del trauma e sintomi simili a quelli riscontrati nel Disturbo Post Traumatico da Stress.
Le persone che sono state torturate riferiscono di sentirsi annientate, private della loro identità, isolate dalla loro cultura, come capita ai migranti. Le vittime di tortura sentono di non essere più in contatto con loro stesse, perdono il controllo di sé, la fiducia in se stesse e nelle proprie risorse, la fiducia negli altri, il senso di diritto alla vita e al benessere. 
L'essere umano sottoposto a torture viene deprivato della sua libertà, del suo pensiero, delle sue emozioni e di qualsiasi diritto umano fondamentale.

L'esperienza della tortura annienta l'essere umano.

Buona riflessione!

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